“Rift Valley 2000″

Progetto di spedizioni scientifiche, culturali e umanitarie nella grande Rift Valley dell’Africa Orientale, regione di immani sconvolgimenti geologici e luogo d’origine del processo di ominazione, esplorando e studiando la geologia dell’area, i suoi vulcani attivi e le incredibili popolazioni che vi vivono.

20 milioni di anni fa, l’Africa orientale si trasformò in una catastrofe geologica di tali dimensioni da cambiare non solo il destino della foresta africana, ma del mondo intero.

I vulcani sono senza dubbio uno degli aspetti più spettacolari e spaventosi del mondo fisico, ed hanno offerto all’umanità i più vivi piaceri insieme alle più devastanti sventure. Il formarsi della Rift Valley, sconvolgendo il clima della zona, creò condizioni ambientali molto particolari, con vari microclimi. Le fluttuazioni d’umidità e temperature dell’aria provocate dai vulcani, furono responsabili del mosaico ambientale che generò una situazione ecologica tale da favorire la selezione di strutture anatomiche e di comportamenti, che portarono al processo dell’ominazione. Ecco quindi che il fascino per il fuoco della terra si perde nella notte dei tempi. Gli Austrolopitechi che si spostavano circa tre milioni di anni fa lungo la grande faglia dell’Africa Orientale, costellata di vulcani, furono probabilmente i primi ominidi ad osservare e ad essere vittime del fuoco terrestre. Essi, forse, approfittarono anche di qualche colata di lava per procurarsi il “fuoco” ….. Forse venerarono queste montagne fumanti come ancora oggi, vivendo nelle stesse regioni, fanno i Maasai con l’Oldoinyo Lengai, e gli Afar con l’Erta Ale, le loro montagne sacre. Ecco quindi che anche oggi alle soglie del 2000 il rapporto tra i vulcani ed alcuni popoli della Rift Valley  prosegue quasi inalterato nel tempo. 

Il rapporto tra i vulcani e l’uomo, nel passato remoto come nel presente, è stata una delle motivazioni principali, della realizzazione delle spedizioni scientifico-esplorative a carattere vulcanologico, antropologico ed etnologico, comprese in un progetto di ricerca chiamato Rift Valley 2000. Questo progetto è stato realizzato in parte con Università, Instituti di ricerca, ed Associazioni culturali e di viaggio. Per ogni singola spedizione abbiamo avuto come riferimento un vulcano e la popolazione che popola quell’area.  Ecco allora che questo progetto si è interamente sviluppato con 5 spedizioni effettuate in quasi tre anni (dal febbraio del 1995 al novembre del 1997) in tre distinte aree particolarmente significative della Rift Valley:

 

La spedizione sul vulcano Nyragongo (Republica Democratica del Congo) – (dal febbraio,luglio 1995 ogni anno fino al 2011)

Questa serie di spedizioni, che dura tutt’oggi, si svolge nell’ area vulcanica del Virunga, regione di confine tra Zaire e Rwanda, martoriata dai conflitti tra varie fazioni interne e coinvolta con l’arrivo di milioni di profughi nei più recenti e tristemente famosi massacri etnici del Rwanda e Burundi tra le popolazioni degli Hutu e quelle dei Tutzi. Uno di questi tristi campi profughi venne a crearsi proprio a ridosso del vulcano Nyragongo, famoso per le sue velocissime e i pericolose colate di lava, fuoriuscite dall’interno del cratere sede di un famoso lago di lava durato 50 anni (1927-1977), e portato agli onori delle cronache da varie e avventurose spedizioni dei vulcanologi francesi.

 Le spedizioni sul vulcano Oldoinyo Lengai (Tanzania) – (novembre 1995, luglio-agosto 1996, giugno 1997)

Questa serie di tre spedizioni si è svolta nella regione arida del lago Natron, confinante con i grandi parchi del Serengeti e Ngorongoro: situata a nord al confine con il Kenia in pieno territorio delle popolazioni Maasai, sede di numerosi grandi vulcani carbonatitici e in particolare sede dell’Oldoinjo Lengai. Quest’ultimo vulcano, che rappresenta la montagna sacra dei pastori-guerrieri Maasai, è interessantissimo dal punto di vista geologico in quanto è il solo vulcano carbonatitico ancora attivo al mondo, metà ambita di ogni vulcanologo. Questa serie di spedizioni è state interamente organizzata dalla Vulcano Esplorazioni, in collaborazione con i vulcanologi dell’Università e del CNR di Pisa.

 La spedizione sul vulcano Erta Ale (Dancalia, Etiopia) – (novembre 1997, gennaio 2008, aprile 2011)

Questa serie di spedizioni si è svolta nella Dancalia, regione del deserto Etiopico compresa tra il 13° e 14° parallelo, una delle terre più inospitali del pianeta: infatti nella grande Piana del Sale della Depressione Dancala, terra incontrastata delle popolazioni Afar e sede di grandi vulcani attivi presenti nell’Ethiopian Rift, tra immense distese di sale, lava e vapori di zolfo, abbiamo trovato temperature intollerabili con punte di 60°c. Gli Afar sono stati ovviamente il popolo di riferimento di questa spedizione mentre il vulcano oggetto d’interesse scientifico è stato il grande Erta Ale conosciuto dai vulcanologi per il singolare fenomeno dei laghi di lava permanenti. La prma di queste spedizioni (1997) è stata resa possibile grazie anche alla attivissima collaborazione della Vulcano Esplorazioni e i vulcanologi dell’Università di Pisa, del CNR di Pisa e dell’ Istituto Internazionale di Vulcanologia di Catania, con l’associazione Argonauti Explorer’s di Milano, che ha contribuito notevolmente alla riuscita dell’impresa ed alla quale vanno anticipatamente tutti i nostri ringraziamenti.

 

 

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