I fortini di Sardò (Aussa)

Poco dopo l’attacco all’Etiopia da parte delle truppe italiane provenienti dall’Eritrea ai primi di ottobre 1935 un altro fronte strategico fu aperto a sud-est. Il Comando Superiore pensò di organizzare un’agile colonna militare cammellata, protetta e rifornita dagli aerei, che, partendo dalla costa di Beilul ed Assab, si addentrasse nella Dancalia centrale con l’intento di giungere a Sardò, possibile base di partenza per future operazioni aeree e terrestri sottraendo così, con poco sforzo, all’impero etiopico la strategica regione dell’Aussa, sede del principale sultanato Afar (Dancalia). Con l’improvvisa morte in un incidente aereo del barone Raimondo Franchetti, che aveva tenuto contatti con il sultano dell’Aussa durante la primavera-estate del 1935, l’incarico di costituire in poco tempo una speciale “Banda Irregolare” armata ed agile fu affidato al sottotenente di cavalleria Gianfranco Litta Modignani, ritenuto il suo erede naturale. la mattina del 19 gennaio 1936 più di 350 mercenari (dancali, somali, yemeniti, pescatori e contrabbandieri, qualche avventuriero e qualche soldato italiano) con 126 quadrupedi per le salmerie partirono dalla costa di Beilul, e protetti e riforniti costantemente da aerei che partivano dall’aeroporto di Assab, attraverso una epica marcia di 350 km dopo una sosta di circa un mese ad Imminù che permise di stringere accordi con alcuni capi dancali, l’11 marzo giunsero a Sardò e occuparono il fortino del Sultano dell’Aussa quasi senza colpo ferire.

La marcia, 350 km, fatta nel deserto della Dancalia rimase leggendaria per gli italiani: l’attraversamento dell’insidiosissimo deserto dancalo, da parte della “colonna Ruggero-Litta Modignani”, con il rifornimento aereo, fu enfatizzata dai vari giornali italiani,perché considerata, una vera e propria impresa.

                     

Preso possesso dell’area di Sardò, nel castello del Sultano e dell’Aussa fu stabilito il Comando delle truppe italiane, fu approntato in pochi giorni un campo d’aviazione e nelle due settimane successive arrivarono stabilmente i 12 aerei. Per consolidare la posizione arrivarono a Sardò in volo anche 265 uomini di rinforzo dai reparti d’ascari eritrei di stanza ad Assab. Dal punto di vista strategico fu un pieno successo, perché l’aviazione italiana poteva così colpire subito e facilmente il tratto dell’altopiano tra Addis Abeba e Dessiè, e colpire in futuro anche la ferrovia francese che collegava e riforniva la capitale dalla costa di Gibuti. Da questa base sarebbero partiti, nei mesi successivi, gli attacchi su Dessiè e sull’aeroporto di Addis Abeba e inoltre sarebbe stata utilizzata anche come campo di emergenza e rifornimento per aerei di varie Squadriglie, anche operanti nello scacchiere Somalo. Con un pugno di uomini ed un‘azione ardita era stata sottratta all’Impero etiopico una enorme regione e l’impatto politico fu forse ancora più devastante di quello strategico.

      

      

Ci proponiamo di rintracciare tutti i fortini dell’area di Sardò e documentare fotograficamente tutti i resti esistenti oggi. Questo materiale sarà utilizzato in successive pubblicazioni e studi sulla storia della Dancalia.

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