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LO STUDIO SCIENTIFICO
L’eruzione del 23 novembre 2025
Il 23 novembre 2025 alle ore 8.30 UTC, il vulcano Hayli Gubbi, situato sulla catena del massiccio dell’Erta Ale, ha dato luogo ad una singolare eruzione esplosiva di grande energia ma di brevissima durata: alle 20:00 UTC, la fase esplosiva dell’eruzione era terminata.
Questo evento vulcanico ha destato molto interesse dei media e dei vulcanologi dato che non si hanno notizie di sue eruzioni da almeno 8.250 anni circa.
Fino al novembre 2025, non c’erano registrazioni dirette di eruzioni di questo vulcano, sebbene le registrazioni delle eruzioni nell’area siano limitate dalla a lungo inaccessibilità della regione.
Tuttavia, negli anni ’60 e ’70 le spedizioni scientifiche italo-francesi organizzate dal CNR italiano e CNRS francese, con a capo Giorgio Marinelli ed Haroun Tazieff, identificarono flussi di lava sul fianco meridionale di Hayli Gubbi che hanno traboccato formazioni rocciose sedimentarie che si erano formate circa 8250 anni fa, dimostrando che in passato il vulcano deve essere entrato in eruzione in un momento più recente di questa data.
L’HayliGubbi (chiamato anche Amatoli) è il vulcano più meridionale della catena dell’Erta Ale. Il centro eruttivo dell’HG, situato circa 11 km a sudest del più noto vulcano Erta Ale, è collocato sull’asse principale della catena omonima.
Le prime immagini giunte facevano pensare ad una eruzione esplosiva sommitale nella caldera dell’ Erta Ale, non era chiaro
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Inizialmente, osservando le immagini e i filmati giunti, in molti hanno avuto l’impressione che l’attività esplosiva interessasse la caldera dell’Erta Ale.
In seguito si è diffusa l’ipotesi che il vicino vulcano Alebbagu fosse diventato attivo dato che guardando da ovest si trova proprio davanti l’Hayli Gubbi e alcune immagini davano proprio questa impressione:
Alla fine, l’eruzione è stata attribuita a Hayli Gubbi, che appartiene alla stessa catena vulcanica.
Nelle fasi iniziali dell’eruzione esplosiva del 23 novembre si notano due nubi eruttive aventi caratteristiche e dinamica diverse. L’immagine è scattata da ovest verso est.
Una colonna che sale in verticale, una seconda che esce lateralmente quasi da sembrare una colata piroclastica) e si dirige a nord-ovest verso l’Erta Ale.
La colonna che esce orizzontale raggiunge la caldera dell’Erta Ale, la oltrepassa fino ad arrivare alla Piana del Sale.
La colonna che sale in verticale raggiunge circa 15 km di altezza per poi allargarsi spinta dai venti verso la penisola arabica e l’Asia.
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L’espansione ad est della nuvola di cenere e gas (sopratutto anidride solforosa SO₂) che ha raggiunto ed oltrepassato la penisola arabica ha destato molta preoccupazione per le rotte aeree che seguono aviolinee limitrofe.
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Il vulcano Hayli Gubbi
F.Barberi, J. Varet, The Erta Ale Volcanic Range (Danakil Depression, Northern Afar, Ethiopia), Bullettin if Volcanology, december 1970
In particolare in alcuni articoli scientifici di Franco Barberi e Jaques Varet, informazioni poi riprese da quest’ultimo e pubblicate sul suo recente volume:
J. Varet, Geology of Afar (East Africa), Springer, 2017
L’Hayli Gubbi (chiamato anche Amatoli) è il vulcano più meridionale della catena dell’Erta Ale. Il centro eruttivo dell’HG, situato circa 11 km a sudest del più noto vulcano Erta Ale, è collocato sull’asse principale della catena omonima.
Questo vulcano a scudo ha una storia piuttosto complessa. Il vulcano si estende parallelamente al Mar Rosso, e si prolunga verso sud da importanti fessure attive connesse all’imponente processo di rifting in corso.
Gli studi italo-francesi (a cura F. Barberi e J. Varet) negli anni’70 del secolo scorso sull’HG, segnalano la presenza di colate che si irradiano dalla sommità, basalti a composizione intermedia e lave di composizione trachitica.
Altre importanti fessure, leggermente spostate verso est, emettono colate basaltiche sovrastanti la parte occidentale della Piana dell’Illi Dabu. Anche in questa parte della catena il vulcanismo ha avuto origine da un’attività fissurale, sulla quale si è progressivamente sviluppato un embrionale vulcano a scudo allungato lungo la direzione parallela al Mar Rosso.
Il graben centrale dell’Hayli Gubbi si estende verso sud fino al lago Giulietti (Afrera), con una serie di fessure aperte con andamento NNO-SSE.
Queste fessure hanno dato origine a un’attività vulcanica recente, caratterizzata da uno spettacolare allineamento di decine di piccoli coni di scorie, un piccolo cratere collassato e un accumulo lineare di scorie lungo le fessure, per oltre 10 km. Sono presenti anche piccole e recenti colate basaltiche.
L’antico vulcano Hayli Gubbi è stato parzialmente distrutto da recenti eventi tettonici che hanno generato un graben sommitale. Tracce di questa antica area vulcanica a scudo sono visibili solo nella parte meridionale.
Il graben centrale dell’Hayli Gubbi nel tempo, ha formato una caldera di sprofondamento di cui oggi è visibile solo la porzione meridionale a ferro di cavallo (linea tratteggiata)
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I cambiamenti
In seguito dell’eruzione si sono verificati importanti cambiamenti nell’edificio vulcanico dell Hayli Gubbi e anche all’interno della caldera dell’Erta Ale.
Nella caldera dell’Hayli Gubbi si sono formati altri due crateri (forse 3) distinti ma molto vicini che hanno generato quasi contemporaneamente ma con modalità due distinte eruzioni esplosive termicamente molto diverse.
(immagini satellitari fornite dal servizio europeo Copernicus)
il cratere più grande presenta un pennacchio di vapore, mentre il secondo cratere, più piccolo, presenta una leggera anomalia termica nello spettro infrarosso.
L’immagine mostra anche depositi di cenere marrone chiaro a nord del vulcano. Il colore suggerisce che si tratti di materiale antico, probabilmente roccia esplosa proveniente dalle aree in cui ora si trovano i crateri.
Un immagine molto dettagliata dei cambiamenti post-eruttivi si può osservare da questa foto elaborata da Planet Labs PBC:
Poco dopo la fine dell’eruzione alcune guide etiopiche hanno raggiunto la sommità del vulcano riportando queste immagini e filmati inviati da Enku Mulugeta:
Il 23 dicembre, dopo aver raggiunto la parte sommitale dell’Hayli Gubbi, l’appassionato cacciatore di vulcani polacco Tomasz Lepich, pubblica su Facebook queste belle immagini da drone dove si possono ben osservare le nuove strutture presenti:
A seguito di questa eruzione anche nella caldera dell’Erta Ale sono avvenuti dei cambiamenti. Senza alcuna attività eruttiva si è formata una seconda caldera all’interno della principale. Questa consiste in una nuova struttura di collasso, coassiale alla caldera principale, ma interamente contenuta all’interno della struttura maggiore, avente una misura stimata di 600 X 300 m.
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Il probabile meccanismo
Questa eruzione dell’Hayli Gubbi ha una genesi particolare dato che il magma che l’ha indotta non proviene direttamente dalla sua camera magmatica. Alcuni eventi significativi avvenuti nell’area compresa tra il centro eruttivo dell’Erta Ale (la caldera omonima) e il lago Afrera (Afdera) hanno permesso una ricostruzione di quello che è possibile sia successo.
Sintetizzando:
Prima del luglio del 2025:
sull’Erta Ale i due pit craterici presentavano laghi di lava solidificati con hornitos di decine di metri di altezza dai quali fuoriuscivano gas vulcanici e talvolta colate di lava.
(Immagini da drone di Saverio Romeo gennaio 2024)
Il 15 luglio del 2025:
è avvenuto il repentino collasso dei laghi di lava a causa della propagazione di un dicco che si propagava NNW-SSE che ha generato la fuoriuscita di una colata lava laterale (16 luglio) drenando via il magma dai pit craterici
Hummed Edris del 15 luglio 2025
Il dicco proseguendo nel suo avanzamento probabilmente ha cominciato ad alimentare con nuovo magma la vecchia camera magmatica dell’Hayli Gubbi
Il 23 luglio del 2025:
Il dicco si è propagato per 35 km raggiungendo l’area del lago Afrera (Afdera) provocando delle fratture superficiali in prossimità della città
Evidenze geofisiche
Vi sono evidenze geofisiche che il sistema dell’Haili Gubbi abbia ricevuto, durante tale processo di propagazione di un dicco, un ingente apporto magmatico di magma basaltico caldo.
Secondo La Rosa et al. (2025) che hanno condotto un’accurata analisi delle deformazioni modellando i dati InSAR appare plausibile che l’eruzione dell’HG sia stata innescata, anche se con un certo ritardo, dai grandi processi magmatici e di rifting avvenuti nella catena dell’Erta Ale nel mese di luglio/agosto ’25.
Questi sono essenzialmente consistiti in un grande episodio di fagliazione superficiale della parte meridionale della catena andato avanti per 25 giorni, cui si è accompagnato la messa in posto di un dicco che si è propagato dal vulcano Erta Ale, in direzione sud-est, per di 35-36 km.
Ormai sembra chiaro che il vulcano Hayli Gubbi sia entrato in eruzione il 23 novembre 2025 a seguito dell’arrivo nella sua camera magmatica di un imponente dicco basaltico che abbia funzionato da innesco (trigger) mescolandosi col vecchio magma differenziato (più acido) presente.
In questo lavoro scientifico con un’accurata analisi delle deformazioni modellando i dati InSARa intervalli temporali tra il 15 luglio e l’8 agosto, si evidenzia che il processo di messa in posto del dicco si sarebbe realizzato, in sequenza spazio-temporale, in due principali segmenti (settentrionale e meridionale) con andamento NNW-SSE e con orientazione sostanzialmente verticale.
Il sospetto è che tale intrusione possa avere destabilizzato, nel caso dell’Hayli Gubbi, un preesistente sistema magmatico già evoluto in senso acido e che l’apporto volumetrico e termico di nuovo magma possa avere rivitalizzato il sistema pre-esistente scatenandone a novembre l’eruzione.
Questa miscela più acida ricca di gas e magma caldo dopo 4 mesi ha generato due singoli ma contemporanei eventi esplosivi, inizialmente scambiati per una singola una eruzione esplosiva. Dalle immagini viste sui social si apprezzava:
-una grande colonna che saliva verticale e
-un’altra che si dirigeva verso nord est come se fosse un flusso piroclastico direzionale.
Un fenomeno di grande interesse che si è prodotto in concomitanza con l’eruzione esplosiva dell’Hayli Gubbi, è stato il contemporaneo collasso di due strutture calderiche.
COMET_EventReport2.5_HayliGubbi
Questo evidenza sembra indicare in modo chiaro che al momento dell’eruzione, i due sistemi vulcanici erano collegati per mezzo di un dicco che si era messo in posto nei mesi precedenti e contenente magma fluido ancora capace di muoversi con grande rapidità.
Tale circostanza ha evidentemente consentito che, in risposta all’attivazione dell’eruzione esplosiva, il magma contenuto nel dicco abbia iniziato a muoversi rapidamente verso il sistema magmatico dell’HG compensando almeno in parte il deficit volumetrico (un vuoto) causato dall’eruzione ma creandone al contempo un altro che ha causato il collasso di una piccola caldera nell’area sommitale dell’Erta Ale.
Anche questa deduzione sembra trovare conferme nei Diagrammi InSAR a frange di interferenza in linea di vista del satellite nella pubblicazione della COMET precedentemente citato (COMET_EventReport2.5_HayliGubbi)
a) variazioni nel periodo 14 settembre -11 novembre ’25;
b) variazioni nel periodo 19-25 novembre ’25.
Nonostante l’eruzione sia avvenuta all’HG, la maggiore contrazione è avvenuta in vicinanza della caldera sommitale dell’Erta Ale.
In vicinanza dell’HayliGubbi l’immagine interferometrica è disturbata dai nuovi depositi ma nonostante questo, verso occidente, si notano alcune frange ad andamento concentrico che sembrano segnalare una struttura di abbassamento a pianta circolare in area HG.
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La spiegazione completa di quello sopra accennato,
di come probabilmente si sono sviluppati gli eventi che hanno portato a questa singolare eruzione si può guardare su questo video:
POSSIBILE RICOSTRUZIONE DEGLI EVENTI CULMINATI CON L’ERUZIONE DELL’HAYLI GUBBI



















































