La “Strada Imperiale della Dancalia”: la camionabile Assab-Dessiè

In seguito all’annessione dell’Etiopia da parte dell’Italia nel 1936 si presentò l’utilità di congiungere l’Etiopia centrale (Addis Abeba) al Mar Rosso muovendosi interamente su territori “italiani”. La direzione nord sud fino ad Asmara e di qui a Massaua è stato il primo percorso utilizzato, sfruttando la privilegiata via di comunicazione con l’Eritrea  e il porto già pienamente funzionante di Massaua. Raggiungere il Mar rosso ad Assab comportava però un minor tragitto con conseguenti vantaggi. Si trattava di lasciare a Combolcià (Dessié) la strada per Asmara e di qui dirigersi al Mar rosso passando attraverso la Dancalia per territori altamente inospitali (861 km contro 1173 dell’altra soluzione). Si trattava ancora di realizzare le opere portuali necessarie ad Assab. L’opera venne progettata e realizzata (al pari di numerose altre strade in A.O.I.) in tempi estremamente rapidi: dalla fine del 1936 a luglio 1939. La progettazione del tracciato venne fatta principalmente per mezzo dell’aereoplano a cui seguirono delle più precise ricognizioni con carovana e in linea di massima venne portata a termine nel novembre 1936. Alla costruzione della strada della Dancalia parteciparono tre imprese coordinate e controllate dagli uomini della Azienda Autonoma Statale della Strada (A.A.S.S.): Vaselli, Ceratto e Puricelli che incominciarono contemporaneamente i lavori. Dovendosi portare ogni materiale, escluse le pietre, dall’Italia ed essendo il clima inclemente, i costi e i problemi organizzativi furono particolarmente pesanti. Addirittura i primi mesi i cantieri centrali furono riforniti con quattro viaggi aerei al giorno da Assab. Vennero anche utilizzati accorgimenti per ridurre tempi e costi, come l’unificare la misura delle luci dei ponti per poter utilizzare in successione le stesse centine. L’ing. Domenico Mergoni, assunse la direzione del compartimento di Dessiè, da cui dipendeva tutta la strada, alla fine di novembre 1937 e rimase fino alla fine dei lavori. Nel suo  archivio, oltre a una mole impressionante di immagini (circa 3.000) che  documentano il lavoro in ogni sua fase, le opere d’arte e la vita di chi vi lavorava, sono riportate con precisione planimetria e  altimetria della strada, elencazione delle opere d’arte principali. La partecipazione alla nostra spedizione di gennaio 2012 di Gianni Mergoni,  ingegnere, nipote dell’ing. Domenico Mergoni, Capo Compartimento di Dessiè assume così un grande significato storico. Infatti Gianni Mergoni dopo un primo sopralluogo sulla strada della Dancalia effettuato nell’ottobre 2010 in compagnia di suo nipote, tornerà insieme a Luca Lupi  a ripercorrere quella incredibile  strada italiana per studiare ed acquisire nuovi elementi di confronto.

            

  

   

Lo studio del materiale dell’Archivio Mergoni permette di individuare abbastanza agevolmente il tracciato della strada e ogni opera principale utilizzando anche i moderni programmi di visualizzazione di foto da satellite come Google Earth. La “ricognizione” da satellite consente di verificare che la strada è tutt’ora in buono stato e in uso, in quanto gli scambi commerciali con l’estero da e per l’Etiopia settentrionale transitano per questa via fino a circa 200 km da Assab e poi si dirigono al porto di Gibuti.

Ci proponiamo allora ripercorrere alcuni tratti della “Strada della Dancalia” in territorio etiopico effettuando uno studio della situazione attuale della strada, delle opere d’arte e del territorio, dell’uso che ne viene fatto oggi e confrontarlo con il materiale iconografico dell’archivio e della pubblicistica dell’epoca che si è, quasi per intero, rintracciata.

 

 

 

 

Tutti i dati e i risultati prodotti da questo studio saranno poi illustrati sul nono volume della nuova collana dedicata all’esplorazone italiana della Dancalia:

Progetti e grandi opere di ingegneria in Dancalia    

Luca Lupi, Gianni Mergoni

 

 

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